La crisi del Milan è tutta visibile nei numeri. L’attacco rossonero infatti è il penultimo tra le prime dieci squadre della classifica, nonostante Piatek
Sbloccare l’attacco rossonero, per provare a uscire dalla crisi. Sembra questa la missione di Gennaro Gattuso in vista della gara di lunedì sera contro il Bologna: quella con i felsinei, infatti, pare l’ultima spiaggia per provare a inseguire il sogno del piazzamento Champions. Il crollo verticale di questo ultimo mese e mezzo ha messo a repentaglio gli obiettivi della società. Dal terzo posto di metà marzo, infatti, il Milan è sprofondato al settimo, dopo un terrificante filotto di quattro sconfitte nelle ultime sette gare di campionato (a cui va aggiunto il ko in Coppa Italia con la Lazio). Numeri da emergenza, ai quali se ne aggiungono altri.
Milan, preoccupa l’astinenza da gol
Se non segna Piatek, non segna nessuno. Un’analisi cruda e semplice che, però, ha dei fondamenti. I rossoneri, tra le prime dieci squadre della classifica, hanno infatti il penultimo attacco. Il Milan ha segnato 47 reti in 34 incontri: solo 4 gol, però, sono arrivati nelle ultime 7 partite. Peggio ha fatto solamente il Toro (44 gol fatti) che, però, ha una difesa migliore e un trend nettamente in ascesa.
Milan, l’attacco non segna ed è Piatek-dipendente
Uno dei tanti problemi rossoneri è la difficoltà ad andare in gol con calciatori diversi dal bomber Krzysztof Piatek. Il polacco, da quando è arrivato al Milan, ha messo assieme 8 gol in campionato, a cui vanno aggiunte anche le 2 marcature contro il Napoli in Coppa Italia.
Tutto il resto della squadra, nello stesso lasso di tempo, è ferma a quota 11. In parole povere, gli altri giocatori di movimento a disposizione di Gattuso, messi assieme, hanno segnato soltanto un gol in più di Piatek. Elementi che fanno riflettere, spingendo il tecnico a sperimentare una variazione di modulo in vista del match contro il Bologna: spazio all’inventiva di Paquetà sulla trequarti, con Cutrone e Piatek a darsi manforte in avanti.